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Ecolandia, Parco SuperAbile

La nuova “sfida” di Ecolandia si chiama Parco SuperAbile, un ambizioso progetto che si sta realizzando grazie al contributo di Fondazione con il Sud, Fondazione Vismara, Parco Nazionale d’Aspromonte e Carical. Ne parla Tonino Perna, presidente del Consorzio di gestione.

Il sostegno degli Enti

L’idea del parco SuperAbile nasce per rendere Ecolandia più accessibile ai soggetti con varie disabilità. L’idea è piaciuta molto a Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud, che ha sposato in pieno la filosofia inclusiva alla base del progetto di un Parco SuperAbile. Forte di questo positivo riscontro, Ecolandia ha avviato una intensa attività di fundraising mettendosi in contatto con altre realtà italiane di primo piano, incontrando  riscontri positivi da parte delle Fondazioni Vismara e Carical, che si occupano di progetti di sviluppo sociale basati sulla valorizzazione culturale dei territori. A queste si è aggiunto il Parco Nazionale d’Aspromonte, che ha avviato un percorso di sinergia con Ecolandia nel segno della tutela e della promozione ambientale dell’estremo lembo dell’appennino calabrese.

La scommessa dell’inclusività

Quello del Parco SuperAbile è un percorso non facile, ma se ci riusciremo realizzeremo uno dei pochissimi Parchi – l’unico al sud Italia – che offrirà un’ampia accessibilità a persone con deficit di diverso tipo. Ma facciamo un passo indietro. L’anima di Ecolandia è stata costruita nel tempo. Nata da un gruppo di progettazione nel ’98 con l’idea di mettere assieme tecnologia e ambiente con un approccio leggero e didattico, ha subito una profonda trasformazione a causa delle vicissitudini che ne hanno caratterizzato il trascorrere del tempo, come ad esempio il lungo periodo di chiusura durato dieci anni durante il quale il Parco è stato vandalizzato ripetutamente. La sua identità non è fissa ma muta come mutano le persone che ci lavorano e si impegnano. In questo momento, ad esempio, si sta rafforzando la parte giochi per offrire un servizio alla città e alle famiglie e, in questo sforzo, la logica del  parco SuperAbile rientra appieno proprio per l’idea di aggregazione e di inclusività che vuole realizzare.

Il percorso Laudato Si’

La grande novità dell’anno scorso è stata la progettazione e l’avvio del percorso esperienziale Laudato Si’, il primo al mondo legato a una Enciclica. L’idea di tradurre la visione di Papa Francesco sul creato in un percorso fruibile è una grande sfida di cui al momento stiamo completando le prime due tappe legate alla contemplazione e alla biodiversità, ma il percorso è molto più lungo. Una delle cose più difficili da spiegare è che non si risolve la questione ambientale se non si risolve la questione sociale. Se non si crea più giustizia e una migliore distribuzione delle risorse non si trova neanche la soluzione al problema ambientale.

Questione ambientale e giustizia sociale

Chi è povero e disperato non si interessa alla riduzione dell’impatto ambientale delle proprie azioni. Va costruita una visione di insieme con un cambiamento radicale del modello economico. L’agricoltura industriale fa fuori la piccola agricoltura che, come indica José Barroso già presidente della Commissione europea, è fortemente caratterizzata dalla biodiversità. Il piccolo contadino cura un’ampia varietà di piante. Quello che impoverisce il terreno sono invece le monoculture sia agricole che zootecniche. La zootecnia industriale è una delle cause maggiori di inquinamento perché il letame che producono questi animali diventa gas metano in atmosfera ed aumenta di molto l’inquinamento generando gas serra. La biodiversità è un valore da salvare. Per farlo bisogna dare più spazio all’agricoltura contadina e ridurre le monoculture. Se non c’è un modo più equo di distribuzione delle risorse non si risolve il problema ambientale. Un’altra causa di inquinamento sono le guerre. In Iraq ad esempio hanno bruciato i pozzi petroliferi per anni. Ci sono quindi tre valori che vanno costruiti in sinergia: pace, giustizia sociale e tutela ambientale. Valori difficili da concepire già concettualmente, figuriamoci a tradurli in percorsi esperienziali! Ma è una sfida che vogliamo affrontare.

Sviluppo scientifico e tecnologico

L’altro elemento su cui puntiamo è lo sviluppo della parte tecnologica e scientifica che faremo con il polo Net. Andremo a costruire una serra resiliente in cui sperimentare la risposta delle piante rispetto ai mutamenti climatici. In una serra speciale creeremo degli ambienti molto diversi con una zona di siccità e una invece in cui è presente molta acqua. In questi ambienti vedremo quale tipo di pianta si adatta meglio al mutamento climatico. A questa aggiungeremo un centro didattico sui cambiamenti climatici che sarà fisicamente collocato nella Caponiera del Forte. Anche questa struttura sarà al servizio degli studenti per consentire loro di comprendere in maniera esperienziale e diretta l’impatto delle azioni dell’uomo sui cambiamenti del clima e quali correttivi occorre adottare per ripristinare un equilibrio ambientale.