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Convegno “Oro blu, difesa dell’ambiente e territori fragili”

La mattinata di venerdì 19 novembre ha visto il Parco Ecolandia protagonista della prima delle due giornate studio del convegno “Oro Blu, difesa dell’ambiente e territori fragili”, organizzate dal Centro di Alta Formazione Azimut e dal Parco Ecolandia, nell’ambito del progetto “Laudato Si’”, finanziato dalla Regione Calabria col Por Calabria 2014-2020.

Complice una giornata che non ha lesinato il cielo azzurro e un sole così splendente da diventare a tratti abbagliante, si è svolta nella piazza d’armi del forte umbertino cuore del Parco, in prossimità dei locali del Polo Net, la ‘chiacchierata’ introduttiva e, nello stesso tempo, sintetica di un’esperienza di collaborazione tra alcune realtà della Calabria e dell’Africa, che vede i primi semi addirittura a inizio degli anni ’80.

Si è parlato di ecosostenibilità nel senso più ampio del termine, quello che parte dalla ‘relazione’. Relazione con l’ambiente, relazione tra popoli, tra continenti diversi, relazione soprattutto tra persone. Per questo il protocollo d’intesa che vede protagonisti il Comune di Reggio Calabria, l’Università Mediterranea, l’associazione Calabria for Harambee, il Polo NET, la onlus internazionale IKSDP intende prima di tutto mettere dentro non parole, ma l’esperienza di una collaborazione il cui primo obiettivo “non è quello di fare, di costruire, ma di conoscere”, come ha sottolineato Lele Bellomi, presidente di Azimut APS, motore propulsivo di questo dinamismo virtuoso, delineando i tratti principali della Convenzione Harambee, il cui significato è ben sintetizzato nel titolo dell’intervento:Un ponte di competenze e solidarietà fra territori fragili”. Perché di questo si tratta: condivisione di idee, di progetti, di iniziative, ma soprattutto di competenze. E non di rado è accaduto che nella reciproca collaborazione una idea abbia trovato sviluppi impensati grazie all’apporto sinergico di qualcuno dei partner coinvolti il cui contributo diventava quel surplus, magari anche imprevisto.

Un esempio è il progetto Jatropha, pianta originaria di Nyandiba in Kenya, dai cui semi si trae olio, non alimentare, ma la cui peculiarità ha aperto tante ipotesi, da combustibile, a ingrediente nella realizzazione di saponette, a tant’altro ancora. La cosa interessante è che la sperimentazione ha portato una novità in Calabria, dove una piccola piantagione viene portata avanti dalla Facoltà di Agraria, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e ha portato nuove ipotesi di utilizzo e quindi di sviluppo in Kenia, nel territorio di origine della Jatropha.

I vari interventi, moderati da Lele, si sono susseguiti, in un clima molto familiare. Tra i relatori, Gianni Pensabene, presidente di Ecolandia, quindi l’Avvocato Giuseppe Minniti, referente del Polo Net.

A coronamento della chiacchierata, gli interventi dell’Università: il Prof. Giuseppe Zimbalatti, referente della “Mediterranea” e, infine, i professori Sebastiano Nucifora e Alessandro Villari, docenti dell’Università Mediterranea – Dipartimento DARTE – , e curatori dell’“Atelier Architettura per i Paesi in via di sviluppo”, che hanno dato il LA per l’inaugurazione della mostra “Architetture per territori fragili”, da loro curata con la collaborazione dei Tutor Domenico Branca, Caterina Fontanabella e Sara Panetta: tesi di laurea realizzate dall’Atelier di Architettura per i PVS dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e proposte progettuali di studenti e dottori di ricerca in Senegal, Kenya e altri Paesi africani.

La Mostra rappresenta perfettamente la vision, frutto di laboratori che hanno visto gli studenti di architettura lavorare direttamente nei territori di alcuni stati africani e collaborare con studenti delle locali Facoltà di Architettura.

Perché per fare, e per fare bene, per costruire, si deve necessariamente conoscere, condividere, collaborare, IMMEDESIMARSI reciprocamente.